Esistono quattro tipi di api mellifere al mondo, insetti sociali che vivono in colonie organizzate e producono miele come scorta alimentare per l’inverno. Appartengono alla specie Apis mellifera e nell’alveare si distinguono tra ape regina, api operaie e fuchi. In Italia le principali razze sono la ligustica, la carnica e la buckfast.
Se hai mai assaggiato il miele di acacia, castagno o millefiori (e non avresti più voluto smettere!) devi ringraziare proprio questi piccoli insetti laboriosi. Ma quanti tipi di api esistono davvero? E quali sono le differenze tra le varie razze che popolano i nostri territori?
Come apicoltori da oltre 10 anni, in questo articolo ti porteremo alla scoperta dell’affascinante universo dell’alveare, da cui non solo si produce il miele, ma si salvaguarda la biodiversità del mondo.
Indice dei contenuti
Cosa sono le api mellifere?
Le api da miele sono gli unici insetti in grado di produrre un alimento consumabile dall’uomo. Vivono in società altamente organizzate chiamate colonie, che possono contare da 10.000 fino a 60.000 individui. Il termine “mellifere” deriva proprio dalla loro capacità di produrre e immagazzinare il miele.
Queste api appartengono al genere Apis, che comprende quattro specie principali: Apis cerana, Apis florea, Apis dorsata e Apis mellifera. Quest’ultima è la specie più diffusa al mondo e quella allevata in Italia e dalla nostra azienda agricola familiare Scoiattolo Rosso per produrre miele naturale.
Perché sono importanti per proteggere la biodiversità
Le caratteristiche che rendono le api mellifere così uniche e fondamentali per l’ecosistema sono:
- Organizzazione sociale perfetta: ogni ape ha un ruolo preciso nella colonia;
- Capacità di produrre miele: trasformano il nettare in una scorta alimentare durevole per l’alveare e per l’uomo;
- Attività di impollinazione: garantiscono la riproduzione di oltre il 75% delle piante;
- Comunicazione avanzata: usano la “danza delle api” per comunicare alle compagne una fonte di acqua, cibo o un nuovo nido, fornendo indicazioni precise su distanza e direzione, grazie a movimenti del corpo, vibrazioni e suoni.
I tre tipi di ape nell'alveare
All’interno di ogni alveare troviamo essenzialmente tre tipologie di api, ognuna con compiti specifici e caratteristiche uniche.
1. L'ape regina: la sopravvivenza della colonia
L’ape regina è l’unica femmina feconda dell’alveare e può vivere fino a 5 anni. Il suo unico compito è deporre uova: nei periodi di massima attività arriva a depositarne fino a 2.000 al giorno. Si distingue dalle altre api per dimensioni maggiori e colorazione dorata o ramata. Senza di lei, la colonia non potrebbe sopravvivere.
2. le api operaie: instancabili lavoratrici
Le api operaie sono femmine sterili e rappresentano il 99% della popolazione dell’alveare. Vivono circa 30-45 giorni in estate e fino a 5-6 mesi in inverno. Durante la loro breve vita svolgono mansioni diverse in base all’età:
- Nei primi giorni: pulizia delle celle e cura della covata
- Dopo una settimana: costruzione dei favi e produzione di cera
- Nelle ultime due settimane: raccolta di nettare, polline e acqua come bottinatrici
3. i fuchi: i maschi dell'alveare
I fuchi sono i maschi delle api mellifere. Non hanno pungiglione e il loro unico compito è fecondare la regina durante il volo nuziale. Vivono circa 2 mesi e vengono prodotti solo quando c’è abbastanza cibo disponibile. In autunno, le api operaie li cacciano dall’alveare, perché consumerebbero inutilmente le scorte invernali.
Tipo di ape | Caratteristiche fisiche | Ruolo nell'alveare | Durata di vita | Capacità riproduttiva | Pungiglione |
|---|---|---|---|---|---|
Ape regina | Corpo allungato, dimensioni maggiori (18-20mm), colore dorato/ramato | Depone uova per ripopolare la colonia | 3-5 anni (fino a 7) | Femmina fertile, depone fino a 2.000 uova al giorno | Sì, ma punge solo altre regine |
Api operaie | Corpo più piccolo (12-15mm), addome con striature giallo-nere | Pulizia, nutrizione larve, costruzione favi, raccolta nettare | 30-45 giorni (estate), 5-6 mesi (inverno) | Femmine sterili, non si riproducono | Sì, muore dopo aver punto |
Fuchi | Corpo robusto (15-17mm), occhi grandi, niente pungiglione | Fecondare la regina durante il volo nuziale | 2 mesi circa | Maschi, muoiono dopo l'accoppiamento | No, non hanno pungiglione |
Le principali razze di api da miele in Italia
In Italia si allevano principalmente tre razze di api mellifere, ciascuna con caratteristiche peculiari che la rendono adatta a diversi ambienti e metodi di produzione principalmente del miele di acacia o millefiori o del miele di castagno.
Ape ligustica, l'italiana per eccellenza
L’ape ligustica (Apis mellifera ligustica) è la razza più diffusa al mondo. Originaria dell’Italia, si è evoluta nel clima mediterraneo diventando estremamente versatile. Le api operaie hanno l’addome giallo-chiaro con striature dorate, mentre le regine sono color rame.
Caratteristiche principali:
- Molto docile: perfetta anche per apicoltori principianti
- Alta produttività: ottima produttrice di miele
- Scarsa tendenza alla sciamatura: rimane nell’alveare senza abbandonarlo
- Resiste bene alle malattie: combatte bene i parassiti, come la varroa
Guarda il video della raccolta di miele millefiori dai nostri alveari in Valle Tanaro, Piemonte.
Ape carnica, resistente e docile
L’ape carnica (Apis mellifera carnica) proviene dall’area carpatica tra Austria e Slovenia. Si riconosce per il corpo ricoperto da peli grigio-marroni e l’addome marrone scuro. È famosa per la sua capacità di adattarsi alla discontinuità delle fioriture, modulando la crescita della colonia in base alla disponibilità di nettare.
Punti di forza:
- Resiste bene al freddo: ideale per zone alpine
- Longevità: api più longeve rispetto ad altre razze
- Docilità: può essere allevata vicino ad aree abitate
- Efficienza nella raccolta: ottimizza le risorse disponibili
Ape buckfast, l'ibrida produttiva
Le api buckfast sono una razza ibrida creata in Inghilterra agli inizi del ‘900 da Karl Kehrle, anche conosciuto come Brother Adam, monaco benedettino e apicoltore dell’Abbazia di Buckfast, vicino Buckfastleigh nel Devon.
Nata dall’incrocio di diverse sottospecie europee e nordafricane, a seguito di un’epidemia del virus Acarapis Woodi, originatosi nell’Isola di Wight, è stata selezionata per la sua resistenza e produttività.
Vantaggi:
- Robustezza estrema: sopravvive a malattie e parassiti
- Produzione elevata: eccellente resa di miele
- Adattabilità climatica: si adatta a diversi ambienti
- Scarsa sciamatura: rimane stabile nell’alveare
Il miele naturale italiano delle api mellifere
Ora che conosci i tipi di api mellifere e come lavorano, puoi apprezzare ancora di più ogni cucchiaio di miele naturale italiano. Che sia di acacia, dal sapore delicato e chiaro, di castagno, scuro e intenso e con tutti i suoi importanti benefici per l’organismo, o millefiori, ricco e variegato, ogni varietà racconta la storia del territorio e delle fioriture che le nostre api hanno visitato.
Le api mellifere sono custodi dell’equilibrio naturale e protagoniste silenziose della biodiversità italiana. Scegliere miele da produttori locali significa sostenere il lavoro di questi insetti straordinari e delle aziende agricole familiari che se ne prendono cura con passione, acquistando prodotti genuini, controllati e che rispettano i ritmi della natura.
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Domande frequenti sui tipi di api mellifere
Le api mellifere vivono in colonie organizzate, producono miele e condividono i compiti tra migliaia di individui. Le api solitarie, invece, vivono da sole, non producono miele e ogni femmina costruisce il proprio nido per deporre le uova.
Un alveare sano può ospitare da 10.000 fino a 60.000 api durante la primavera e l’estate. In inverno il numero si riduce a circa 10.000-20.000 individui per risparmiare risorse.
Le api producono il miele come scorta alimentare per sopravvivere all’inverno. Durante i mesi caldi, le api bottinatrici raccolgono il nettare dai fiori usando la proboscide e lo immagazzinano nella borsa melaria. Per produrre solo 1 kg di miele, le api devono visitare circa 2,7 milioni di fiori. Un lavoro incredibile!
No, le api producono miele principalmente da primavera a fine estate, quando i fiori sono in fioritura. In autunno e inverno consumano le scorte accumulate e riducono drasticamente l’attività, limitandosi a mantenere calda la regina.
L’ape regina si riconosce per le dimensioni maggiori (quasi il doppio delle operaie), il corpo più allungato e il colore dorato o ramato. Inoltre, si muove più lentamente ed è sempre circondata da un gruppo di operaie che la nutrono e la puliscono.
Se la regina muore, le api operaie selezionano alcune larve giovani (entro 3 giorni dalla schiusa) e le nutrono con pappa reale per trasformarle in nuove regine. La prima regina che nasce elimina le rivali e diventa la nuova sovrana della colonia.
Le api sono impollinatori essenziali: garantiscono la riproduzione di oltre il 75% delle piante coltivate e selvatiche. Senza le api, molte colture alimentari ed ecosistemi naturali scomparirebbero, mettendo a rischio la biodiversità e la sicurezza alimentare.
Le api hanno il corpo peloso e tozzo con striature giallo-marroni, sono meno aggressive e muoiono dopo aver punto. Le vespe hanno il corpo liscio e allungato con un “vitino” pronunciato, colori giallo brillante e nero, e possono pungere più volte senza morire.
La durata della vita delle api varia moltissimo in base al loro ruolo e alla stagione. L’ape regina vive da 3 fino a 5 anni (in casi eccezionali 7 anni). Le api operaie estive hanno 30-45 giorni di vita intensa, mentre le api operaie invernali vivono 5-6 mesi, perché consumano meno energia. I fuchi circa 2 mesi, poiché muoiono dopo l’accoppiamento o vengono espulsi in autunno.
Sì, le api da miele pungono, ma solo per difendere l’alveare. A differenza di vespe e calabroni, le api non sono aggressive e pungono solo quando si sentono minacciate. Il loro pungiglione è seghettato e ricurvo: quando punge un essere umano, rimane conficcato nella pelle elastica e l’ape muore poco dopo per la lacerazione dell’addome. Per questo motivo, pungere è per l’ape un vero e proprio sacrificio per proteggere la famiglia.
I fuchi maschi, invece, non hanno pungiglione e non possono pungere. Meno dell’1% delle persone è allergico al veleno delle api, quindi il rischio è piuttosto basso.





